In linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, l’Unione Europea ha lanciato il suo Green Deal, fissando obiettivi di sostenibilità. Nel giugno 2019 ha approvato nuove norme per affrontare la questione dell'inquinamento marino da plastica che include l'obiettivo del 25% per il contenuto riciclato nelle bottiglie di plastica entro il 2025 e del 30% entro il 2030. L’UE ha inoltre posto come divieto la produzione delle 10 principali plastiche monouso trovate sulle spiagge europee. Nel novembre 2022, la Commissione ha proposto ulteriori regole sull’imballaggio che prevedono la transizione verso plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili. Tutti aspetti che toccano da vicino anche l’industria cosmetica che si trova di fronte importanti sfide, ma anche a grandi contraddizioni.

La sensibilità delle nuove generazioni verso la sostenibilità ambientale e sociale rappresenta una sfida per le aziende che producono beni di lusso. Eppure, il segmento luxury rappresenta di per sé un potente anticorpo verso tutto ciò che non è sostenibile, garantendo livelli di qualità alta dei prodotti e delle filiere, educando alla ricerca del bello e durevole non dell’”usa e getta”, rispettando il lavoro delle persone e impattando meno sull’ambiente. Ma vale anche il contrario? Quanto essere green rappresenta un lusso? Quanto essere sostenibile è sostenibile per l’industria?